BTP Italia, emissioni precedenti

BTP Italia seconda fase: il 51,9% agli investitori esteri, il 48,1% a investitori domestici

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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica i dettagli relativi alla Seconda Fase della diciottesima emissione del BTP Italia, il titolo indicizzato all’inflazione italiana (Indice FOI, senza tabacchi – Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi) con scadenza a 6 anni.

La Seconda Fase, dedicata agli investitori istituzionali, che si è svolta il 17 novembre nell’arco di 2 ore, durante il quarto giorno del collocamento, ha registrato 222 contratti, per un controvalore complessivo domandato interamente accolto, pari a 4.713,328 milioni di euro. Questo dato, insieme a quello della Prima Fase di collocamento che ha visto un ammontare di 7.281,189 milioni di euro di BTP Italia acquistati da piccoli risparmiatori, ha determinato una raccolta complessiva finale di circa 12 miliardi di euro.

Sempre con riferimento alla Seconda Fase di collocamento, le informazioni raccolte dai Dealer e Co-Dealer permettono di ottenere delle statistiche quasi totalmente rappresentative dell’ammontare complessivamente allocato.

In particolare, il 40,9 per cento dell’ammontare emesso nella Seconda Fase è stato collocato presso le banche mentre il 39,4 per cento presso asset manager. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato il 12,2 per cento dell’emissione (in particolare il 6,4 per cento è andato a fondi pensione e assicurazioni, mentre il 5,8 per cento è stato allocato a istituzioni governative). Agli hedge fund è stato allocato il 7,3 per cento dell’ammontare complessivo. La restante quota, pari allo 0,2 per cento, è stata assegnata a istituzioni non finanziarie.

Il collocamento del titolo nella Seconda Fase ha visto una presenza rilevante di investitori domestici, che ne hanno sottoscritto il 48,1 per cento, mentre il restante 51,9 per cento dell’emissione è stato sottoscritto da investitori esteri. Tra questi, le quote più rilevanti sono state collocate in Europa, in particolare nel Regno Unito (20,7 per cento), in Germania e Austria (16,3 per cento), in Svizzera (4,8 per cento), in Francia (3,7 per cento) e presso altri paesi europei (1,7 per cento). Il resto dell’emissione della Seconda Fase (4,7 per cento) è stato collocato al di fuori dell’Europa, in particolare ad investitori mediorientali.